D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


venerdì 17 maggio 2013

Maria Del Duca: Dalia


Quando a Settembre del 2011 tornai a scuola appresi una notizia che non avrei voluto mai avere. Una collega mi disse Claudio lo sai che Dalia non sta bene e i genitori l'hanno ricoverata al Gaslini di Genova, molto probabilmente si tratta di un linfoma, le hanno trovato i polmoni di una persona che fuma più di 40 sigarette al giorno. Inutile parlare del mio stato d'animo. In un primo tempo la ragazzina rispose positivamente alle cure, al punto che per qualche mese ritornò a scuola con il foular in testa. potrei scrivere un libro su Dalia e la sua straordinaria forza d'animo. Purtroppo a Gennaio si ammalò di polmonite, ma non voleva rinunciare a studiare, così attivammo un progetto di studio domiciliare e a turno io e una mia collega ci recavamo a casa sua. Nonostante fosse gonfia e distrutta dalla chemio lei voleva assolutamente questi incontri e fra un dare di stomaco e l'altro s'impegnava nello studio come non ho mai visto fare a nessuno dei miei alunni. Non voglio ancora dilungarmi, come molti di quelli che mi leggono sapranno la ragazzina è morta fra strazi indicibili prima e dopo la sua sepoltura che hanno coinvolto la famiglia, i compagni di classe e mezza popolazione di Casalnuovo. Fino ad allora io non ero informato sull'esistenza in quella che viene chiamata la terra dei fuochi, di roghi continui che sprigionano quantità incalcolabili di diossina ed altri veleni, che hanno fatto aumentare in modo abnorme la casistica dei malati di cancro in quell'area. Già dal primo momento pensai che la morte di Dalia non fosse solo il frutto del caso. Poi a poco a poco ho maturato la convinzione che tante persone stanno morendo in un silenzio assordante, con la complicità delle istituzioni che minimizzano la pericolosità dei Roghi. Poi ieri sera guardando la trasmissione "I dieci comandamenti" ascoltando un prete e rivedendo la foto di Dalia, la ferita mai guarita ha ripreso a sanguinare. Non ho mai voluto pubblicare la sua foto per il rispetto e l'amore che nutro verso la famiglia di questa ragazzina, per non coinvolgerli, per paura di poter in qualche modo far stare ancora più male la mamma. Tutte preoccupazioni inutili, un dolore del genere nessuna cosa al mondo lo cambia né in un senso né in un altro e questo solo un genitore lo può capire. Da quando è morta Dalia sia pure con alti e bassi sono stato vicino alla sua famiglia ed alla madre in particolare a cui più volte le ho scritto parole di conforto per quello che potevano lenire. Con i colleghi abbiamo anche pensato di dedicare alla ragazzi l'aula scolastica della Biblioteca e alla fine dell'anno faremo una cerimonia discreta per questo evento. Cmq ieri ho avuto il coraggio di chiedere alla madre se potessi parlare in modo più particolareggiato di Dalia e se ne potessi pubblicare la foto. Quello che leggerete sotto è ciò che ho scritto alla madre e quello che lei mi ha risposto. Ormai non posso più tacere.

 Signora Tina, credo che abbia anche lei come me visto la trasmissione su RAI TRE "I dieci comandementi. C'era la foto di Dalia, dato che so per certo di non riaprire alcuna ferita, visto che questa è una ferita non rimarginabile, volevo solo dirle che quello che il prete ha detto io l'ho sempre pensato: Dalia è una delle tante vittime della cattiveria umana, della brama di profitto di alcuni delinquenti che pur di risparmiare qualche euro stanno seminando morte nella cosiddetta terra dei fuochi, sotto la gestione diretta dei clan camorristici. Quel tremendo sospetto ora ha avuto un'ulteriore conferma. Sono molto, ma molto arrabbiato per non dire altro e non le posso dire cosa ne farei dei responsabili di questo scempio. Le chiedo solo una cosa: il permesso di usare la foto di Dalia per scatenare una guerra su Fb contro questi esseri infami. Lo chiedo per il rispetto profondo che ho verso il suo dolore che è anche (con le dovute proporzioni) il mio. Qualunque cosa lei mi dirà io la capirò e rispetterò profondamente la sua scelta. Con affetto il Prof. Claudio Cugia

 Risposta della madre

 Salve professore, utilizzi la foto di Dalia, lo gridi al mondo intero, io non ho ancora le forze per farle giustizia in prima persona, lo faccia lei, la prego...forse servirà ....sono sempre più le vittime di questo bastardo cancro qui dalle nostre parti e non può essere un caso. Grazie come sempre, Tina.

Condividere quanto ho scritto e questa foto è l'unica cosa che si può fare affinchè arrivi a chi può evitare che questo scempio continui, affinché arrivi ai cuori, se ce l'hanno, di coloro che appiccano questi fuochi. 
Qualcuno ha scritto che la bellezza salverà il mondo,  speriamo che il sorriso di questa ragazzina possa salvare un'intera terra.
Quando a Settembre del 2011 tornai a scuola appresi una notizia che non avrei voluto mai avere. Una collega mi disse Claudio lo sai che Dalia non sta bene e i genitori l'hanno ricoverata al Gaslini di Genova, molto probabilmente si tratta di un linfoma, le hanno trovato i polmoni di una persona che fuma più di 40 sigarette al giorno. Inutile parlare del mio stato d'animo. In un primo tempo la ragazzina rispose positivamente alle cure, al punto che per qualche mese ritornò a scuola con il foular in testa. potrei scrivere un libro su Dalia e la sua straordinaria forza d'animo. Purtroppo a Gennaio si ammalò di polmonite, ma non voleva rinunciare a studiare, così attivammo un progetto di studio domiciliare e a turno io e una mia collega ci recavamo a casa sua. Nonostante fosse gonfia e distrutta dalla chemio lei voleva assolutamente questi incontri e fra un dare di stomaco e l'altro s'impegnava nello studio come non ho mai visto fare a nessuno dei miei alunni. Non voglio ancora dilungarmi, come molti di quelli che mi leggono sapranno la ragazzina è morta fra strazi indicibili prima e dopo la sua sepoltura che hanno coinvolto la famiglia, i compagni di classe e mezza popolazione di Casalnuovo. Fino ad allora io non ero informato sull'esistenza in quella che viene chiamata la terra dei fuochi, di roghi continui che sprigionano quantità incalcolabili di diossina ed altri veleni, che hanno fatto aumentare in modo abnorme la casistica dei malati di cancro in quell'area. Già dal primo momento pensai che la morte di Dalia non fosse solo il frutto del caso. Poi a poco a poco ho maturato la convinzione che tante persone stanno morendo in un silenzio assordante, con la complicità delle istituzioni che minimizzano la pericolosità dei Roghi. Poi ieri sera guardando la trasmissione "I dieci comandamenti" ascoltando un prete e rivedendo la foto di Dalia, la ferita mai guarita ha ripreso a sanguinare. Non ho mai voluto pubblicare la sua foto per il rispetto e l'amore che nutro verso la famiglia di questa ragazzina, per non coinvolgerli, per paura di poter in qualche modo far stare ancora più male la mamma. Tutte preoccupazioni inutili, un dolore del genere nessuna cosa al mondo lo cambia né in un senso né in un altro e questo solo un genitore lo può capire. Da quando è morta Dalia sia pure con alti e bassi sono stato vicino alla sua famiglia ed alla madre in particolare a cui più volte le ho scritto parole di conforto per quello che potevano lenire. Con i colleghi abbiamo anche pensato di dedicare alla ragazzi l'aula scolastica della Biblioteca e alla fine dell'anno faremo una cerimonia discreta per questo evento. Cmq ieri ho avuto il coraggio di chiedere alla madre se potessi parlare in modo più particolareggiato di Dalia e se ne potessi pubblicare la foto. Quello che leggerete sotto è ciò che ho scritto alla madre e quello che lei mi ha risposto. Ormai non posso più tacere.

Signora Tina, credo che abbia anche lei come me visto la trasmissione su RAI TRE "I dieci comandementi. C'era la foto di Dalia, dato che so per certo di non riaprire alcuna ferita, visto che questa è una ferita non rimarginabile, volevo solo dirle che quello che il prete ha detto io l'ho sempre pensato: Dalia è una delle tante vittime della cattiveria umana, della brama di profitto di alcuni delinquenti che pur di risparmiare qualche euro stanno seminando morte nella cosiddetta terra dei fuochi, sotto la gestione diretta dei clan camorristici. Quel tremendo sospetto ora ha avuto un'ulteriore conferma. Sono molto, ma molto arrabbiato per non dire altro e non le posso dire cosa ne farei dei responsabili di questo scempio. Le chiedo solo una cosa: il permesso di usare la foto di Dalia per scatenare una guerra su Fb contro questi esseri infami. Lo chiedo per il rispetto profondo che ho verso il suo dolore che è anche (con le dovute proporzioni) il mio. Qualunque cosa lei mi dirà io la capirò e rispetterò profondamente la sua scelta. Con affetto il Prof. Claudio Cugia

Risposta della madre

Salve professore, utilizzi la foto di Dalia, lo gridi al mondo intero, io non ho ancora le forze per farle giustizia in prima persona, lo faccia lei, la prego...forse servirà ....sono sempre più le vittime di questo bastardo cancro qui dalle nostre parti e non può essere un caso. Grazie come sempre, Tina.

Condividere quanto ho scritto e questa foto è l'unica cosa che si può fare affinchè arrivi a chi può evitare che questo scempio continui, affinché arrivi ai cuori, se ce l'hanno, di coloro che appiccano questi fuochi.
Qualcuno ha scritto che la bellezza salverà il mondo, speriamo che il sorriso di questa ragazzina possa salvare un'intera terra.

Nessun commento:

Posta un commento

In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie