D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


giovedì 16 maggio 2013

Al figlio del ministro 3,6 milioni per essere licenziato


Piergiorgio Peluso cacciato da Fondiaria Sai per incompetenza ottiene una buona uscita milionaria. È figlio del ministro dell’Interno Cancellieri. [Franco Fracassi]
Piergiorgio Pelusodi Franco Fracassi
Licenziato dopo un anno e mezzo per aver peggiorato i conti della società. Una storia di ordinaria quotidianità nel mondo del lavoro. Licenziato per incompetenza con una buona uscita di tre milioni e seicentomila euro. Una storia di ordinaria quotidianità se il mondo del lavoro è quello dei super manager in Italia. Se poi il licenziato si chiama Piergiorgio Peluso ed è figlio del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri si tratta di una storia di ordinaria quotidianità nell’Italia del governo Monti, dove essere raccomandati è cosa necessaria se si vuole fare carriera.
La primavera dello scorso anno la seconda società di assicurazione d’Italia, la Fondiaria Sai, era in gravissima crisi finanziaria. Unicredit, che ne deteneva il 6,6 per cento delle azioni, era convinta che solo una fusione tra Fondiaria e Unipol potesse salvare la società dal fallimento. E così, la famiglia Ligresti, proprietaria di Fondiaria, fu costretta ad assumere il responsabile del Corporate & Investiment banking di Unicredit per l’Italia. Nel maggio 2011 il quarantaduenne Piergiorgio Peluso divenne direttore generale di Fondiaria con uno stipendio di centomila euro al mese, un milione e duecentomila euro all’anno.
La politica di Peluso, però, non solo non ha convinto la famiglia Ligresti, ma ha peggiorato i già pessimi conti di Fondiaria. Il figlio del ministro si è lanciato in una serie di acquisizioni e di fusioni degni della finanza d’assalto che ha caratterizzato per un decennio le banche d’affari di Wall Street.
Nel contratto di assunzione firmato da Peluso era inserita una clausola che asseriva che in caso «di dismissione per giusta causa, comprendente anche il demansionamento e il cambio di controllo della società», la Fondiaria avrebbe dovuto erogare una buona uscita pari a tre anni di stipendio. Ovvero un milione duecentomila euro per tre, pari a tre milioni e seicentomila euro.
Fonte: globalist.it

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