D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 9 aprile 2013

La corrente a getto. Con cosa si sta giocando oggi?



Corrente atmosferica spazialmente concentrata e di forte intensità che si forma nella parte superiore della troposfera, nella zona di confluenza di masse d’aria con caratteristiche termiche diverse. Il movimento delle correnti a getto è legato al movimento delle onde di pressione o di Rossby in cui sono immerse. Queste ultime hanno una progressione verso ovest rispetto al flusso occidentale dei venti (alle medie latitudini) e dunque si spostano verso est ma a velocità inferiore rispetto ai venti che le alimentano. La scoperta delle correnti a getto è dibattuta, ma è indubbio che la loro importanza pratica divenne chiara con la diffusione dei voli transcontinentali durante e immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale. In queste situazioni venti favorevoli o contrari di intensità maggiore di 150 km/h erano accadimenti comuni. Le correnti a getto sono classificate come getto polare e getto subtropicale. Il getto polare si genera alla confluenza della cella polare e della cella di Ferrel, intorno ai 250 hPa di pressione (7÷10 km di quota) in corrispondenza di forti gradienti termici in tutta la massa d’aria sottostante e forti variazioni di quota della tropopausa (tropopause breaking). Il getto subtropicale si forma a latitudini più basse (intorno ai 30°N) alla confluenza della cella di Ferrel con quella di Hadley, ad altitudini comprese tra 10 e 16 km. A causa della minore intensità delle discontinuità termiche delle masse d’aria che lo generano, il getto subtropicale non dà origine a correnti così intense come quelle associate al getto polare. Accanto a questi due tipi principali di correnti a getto in quota, massimi di intensità del vento nella parte medio-bassa della troposfera vengono definiti low-level jets. Tra i più noti, la corrente a getto dell’Africa orientale, che si genera tra i 10°÷20° di latitudine Nord nell’Oceano Indiano e gioca un ruolo cruciale nel monsone africano; la corrente a getto delle grandi pianure nordamericane, che è un componente fondamentale nella formazione dei sistemi convettivi a mesoscala (i quali possono dare luogo alla formazione di tornado) che investono quelle regioni.
Se riesci a frantumare, interrompere o deviare le correnti a getto, ottieni una modifica climatica molto piu' importante che agendo localmente. Per esempio si puo' congelare l'Inghilterra ad aprile, come se fosse una succursale del Polo Nord, si puo' rendere fredda, uggiosa ed Inglese la primavera del Bel Paese....
Inversamente si puo' decidere di riscaldare il sederino a chiunque.
Sono 20 anni che si sta giocando con i delicati equilibri del pianeta e con la sempre piu' fievole e compromessa salute umana. 
Geoingegneria, Scie chimiche, Metalli pesanti, Correnti marine, Haarp, Muos....
Istituzioni, Scienza, Politica, Forze armate..... tutti coivolti.
Solo con la piena presa di coscienza da parte dell'intera Umanita si puo' sperare di interrompere il suicidio del genere umano in atto. 

2 commenti:

  1. Non sono un "complottista" e secondo me parlare di scie chimiche o Haarp, per giustificare i cambiamenti climatici non serve che ad attirare critiche; al contrario penso sia più utile leggere e divulgare quello che è disponibile in rete.
    Prova a leggere questo articolo che ho letto sul blog http://blogs.scientificamerican.com/guest-blog/2012/09/21/arctic-sea-ice-what-why-and-what-next/ ed anche l'ultimo articolo sul Guardian ed altri post https://plus.google.com/communities/114104940028887882686/stream/9b18df65-d481-4dc1-af7b-cfa685df7e1e
    Io personalmente sono propenso a credere che la enorme riduzione del ghiaccio artico, sia dovuta ad una serie di fattori (non l'inquinamento che paradossalmente provocherebbe un minore irraggiamento), quali:
    * aumento planetario delle emissioni CO2,
    * aumento della temperatura media (ancora più consistente al polo Nord rispetto ai tropici)
    * effetto albedo
    * scioglimento del permafrost
    * aumento di emissione del metano, 20/30 volte più dannoso della CO2 e non più intrappolato nel permafrost
    * la modifica delle "correnti a getto"
    che tutte insieme ci possono porre di fronte ad una situazione di non ritorno nel volgere di pochi anni.

    Se ne stanno occupando scienziati russi, americani, inglesi qui puoi trovare altre notizie al riguardo https://plus.google.com/s/ermanno%20artico

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  2. Neanche io sono un complottista. Tuttavia non mi soddisfano le spiegazioni della scienza ufficiale. Troppi avvenimenti non hanno una logica e troppi non hanno mai avuto una spiegazione logica. Per cui tutto puo' essere. Non chiudo alcuna porta alle motivazioni su quanto sta accadendo, ovviamente neanche gli spunti che hai proposto. In merito ad haarp direi che e' una realta', compreso Niscemi. Spero con tutto il cuore di sbagliarmi ma ho paura che la verita' sia ben oltre le spiegazioni ufficiali.

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