D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 18 marzo 2013

Meno Sdegno_ Più Impegno (Humanita Uomo): I bambini Tokai


I bambini Tokai 

I Tokai sono I bambini di strada del Bangladesh. Tokai in lingua Bengalese significa raccogliere/riciclare. Sono bambini che vivono raccogliendo plastica, carta, stracci chiodi, ferro, scarpe rotte o qualsiasi tipo di materiale che possa essere riciclato e che quindi abbia un qualche valore. Il materiale viene venduto a negozi specializzati nella separazione e riciclaggio. E’ un lavoro che porta questi bambini a vivere tra una discarica e l’altra e sui bordi della strade alla continua ricerca di qualcosa che se pur ‘buttato’ abbia un valore minimo che comunque gli permetta di mettere in pancia un pugno di riso. La maggior parte di questi bambini, tra i sei e quattordici anni di età, sono raramente orfani ma quasi tutti ‘abbandonati’. Si ritrovano fin da piccoli a gestire la propria vita in condizioni fisiche e ambientali estreme . In più devono sopravvivere in un deserto emozionale come conseguenza dell’ abbandono che li indurisce e li rende spesso incapaci di ricostruire relazioni significative. Le poche relazioni con il mondo degli adulti diventano spesso relazioni ‘contrattuali’ (do ut des). Sono quindi spesso vittime di abusi fisici e sessuali. Molti di loro attraverso il processo di indebitamento presso i negozi di riciclaggio diventano veri e propri schiavi, costretti a continuare a fare i Tokai senza poter mai estinguere il debito . Il debito viene generalmente contratto in molti casi per ragioni di malattia, ma anche per ragioni di abuso e consumo di colla (una specie di mastice che viene sniffato). I tokai spendono le loro notti o I tempi di riposo dormendo nei paraggi delle stazioni dei treni, sotto i cavalcavia dei grandi incroci o sotto le pensiline di negozi e uffici

Tratto dal web (Sabrina)






















I Tokai sono I bambini di strada del Bangladesh. Tokai in lingua Bengalese significa raccogliere/riciclare. Sono bambini che vivono raccogliendo plastica, carta, stracci chiodi, ferro, scarpe rotte o qualsiasi tipo di materiale che possa essere riciclato e che quindi abbia un qualche valore. Il materiale viene venduto a negozi specializzati nella separazione e riciclaggio. E’ un lavoro che porta questi bambini a vivere tra una discarica e l’altra e sui bordi della strade alla continua ricerca di qualcosa che se pur ‘buttato’ abbia un valore minimo che comunque gli permetta di mettere in pancia un pugno di riso. La maggior parte di questi bambini, tra i sei e quattordici anni di età, sono raramente orfani ma quasi tutti ‘abbandonati’. Si ritrovano fin da piccoli a gestire la propria vita in condizioni fisiche e ambientali estreme . In più devono sopravvivere in un deserto emozionale come conseguenza dell’ abbandono che li indurisce e li rende spesso incapaci di ricostruire relazioni significative. Le poche relazioni con il mondo degli adulti diventano spesso relazioni ‘contrattuali’ (do ut des). Sono quindi spesso vittime di abusi fisici e sessuali. Molti di loro attraverso il processo di indebitamento presso i negozi di riciclaggio diventano veri e propri schiavi, costretti a continuare a fare i Tokai senza poter mai estinguere il debito . Il debito viene generalmente contratto in molti casi per ragioni di malattia, ma anche per ragioni di abuso e consumo di colla (una specie di mastice che viene sniffato). I tokai spendono le loro notti o I tempi di riposo dormendo nei paraggi delle stazioni dei treni, sotto i cavalcavia dei grandi incroci o sotto le pensiline di negozi e uffici

Tratto dal web (Sabrina)

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