D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


mercoledì 27 marzo 2013

Il movimento fisico, fonte di gioia, di bellezza e di salute


Anche l’essere umano, al pari di tutte le altre forme di vita, caratterizza la sua originaria natura su un elemento principe e fondamentale che è alla base di ogni sua funzione: il movimento fisico. Il movimento costante e metodico del corpo, ha una funzione rigenerante, purificante, catartica ed equilibrante, atta all’espulsione e alla sintesi di tutte quelle scorie e tossine organiche e psicologiche che il nostro metabolismo produce quotidianamente. Stimola la produzione di endorfine che agiscono sull’umore, fortificando il pensiero positivo.

Stitichezza, mal di testa, mal di schiena, problemi digestivi, tiroidei, cardiovascolari, diabete, tumori e affini, non sono che gli effetti collaterali e le conseguenze logiche di un’immobilità cronica e sistematica, che hanno trasformato l’individuo moderno in un handicappato – paradigma di un’esistenza svuotata da ogni volontà, intraprendenza, personalismo e slancio rivoluzionario. La cura farmacologica, poi, é una ulteriore mazzata alle già precarie condizioni di questo singolare “soggetto” che, oltre al rischio di assuefazione, dovrà pagare gli effetti devastanti delle sue controindicazioni. L’omologazione al ribasso della dignità umana, è il risultato indotto dell’inattività fisica e della supina accettazione del dogma liberista. Quelle che oggi sono definite “le comodità” e che, diversamente dai propositi, si sono rivelate come l’inedita schiavitù di un inferno quotidiano, hanno drasticamente e drammaticamente azzerato la soglia di sopportazione del “dolore” e tradotto ogni atto e pensiero in dipendenza e inettitudine morale, terreno di cultura del vizio, dell’ozio e della perversione.

Ma noi vogliamo questo e quello: l’aspirapolvere, il frullatore, il vibratore, la lava piatti, l’inceneritore, il trattore, il reattore, il miscelatore, il ricettore, il motore, il condizionatore, il lettore e il traduttore, a fronte di una comodità invalidante, causa di obesità e delle conseguenti patologie da immobilismo cronico. Esiste per tanto un alimento indispensabile e vitale per l’uomo che sempre viene disatteso; IL MOVIMENTO FISICO MOTIVATO... 
Questo fattore X interagisce modificando, scomponendo, filtrando ed espellendo tutto ciò che di nocivo incameriamo sotto forma di cibo e di liquidi all’interno del nostro corpo. Ragione in più di questi tempi, dove ogni cosa è contraffatta, contaminata, manipolata, dopata, alterata e pompata. Senza l’apporto di questo “Elemento Alimento”, nessun’altra suggestiva dieta o alternativa, sbandierata dalla propaganda liberista, potrà mai dare seri risultati sotto il profilo della salute (che è anche bellezza), della gioia e di un equilibrio psico/fisico costante nel tempo.

In verità, la fatica fisica, applicata ai bisogni primari ed essenziali dell’uomo, ha l’originaria funzione di produrre gioia, appagamento, salute e concorre all’interazione creativa con il resto del mondo e delle sue ragioni, generando conoscenza e spiritualità. Ogni problema di natura psicologica e neurologica, non può accampare alcun diritto nell’ambito dell’attività dell’individuo mobile, essendo lo stesso, per sua natura, repellente, impermeabile e incompatibile con intromissioni di natura psicotica.
Noi, che dovremmo essere api e formiche, ci siamo ridotti a cicale e termiti. Questa condizione, protratta nel tempo, è trasfigurata in una vera e propria patologia incurabile, cronica e degenerativa, esente da ogni possibile cura o terapia, che non sia l’azzeramento dell’uomo moderno relativista.


Lo scollamento dalla natura, sommato all’infiacchimento deresponsabilizzante innescato dal processo industriale liberista, hanno prodotto quello che è, oggi, l’uomo immobile; una larva molle e viscida, priva e privata da ogni capacità reattiva, consapevolezza e senso della realtà.
Questa condizione, per stringente e logica conseguenza, ha prodotto, inoltre, un individuo incapace di veri sentimenti, costringendolo ad uno stato di dissociazione perenne e alterando ogni confine fra la follia e la realtà.

Del resto, anche la qualità e la forza delle emozioni sono il risultato di impegno, di consapevolezza e discernimento e, tutte, fanno capo a quell’impulso rigeneratore e rivoluzionario che trasforma l’uomo in credente, e l’immobilità in azione: la volontà.
Le inette, pavide e rammollite società liberiste occidentali, incancrenite e imbrigliate fra le nodosità di una burocrazia carceraria e da uno stle di vita parassitario, sono destinate (a breve) a soccombere di fronte all’invasione delle popolazioni dei paesi più poveri, individui mobili, forti, volenterosi, sani, passionali e pronti a ogni tipo di difficoltà e di sacrificio.

La nostra è una nazione di vecchi rimbambiti e di tanti giovani refrattari ad ogni sforzo fisico (retoriche eccezioni a parte) che pianificano la loro vita di fronte a beceri programmi televisivi di intrattenimento, computer e video giochi, la cui portata diseducatrice e destabilizzante, è totale.
Comunque sia, e da qualsiasi lato la si voglia vedere, le nostre società occidentali (Italia in primis) dovranno pagare il prezzo della loro immobiltà, inadeguatezza e presunzione.

E’ tempo di alzare il culo dal divano delle libertà e impugnare la zappa per produrre vera energia. Non siamo che un branco di debosciati al servizio delle nostre debolezze, paure e dipendenze.

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