D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 28 gennaio 2013

I numeri parlano chiaro: pronto il governo Monti-Bersani-Vendola. Ma nessuno osa dirlo ai propri elettori



L'ultimo sondaggio in ordine di tempo è quello di Tecnè, commissionato dal canale televisivo Sky.
Con quella porcata di legge elettorale in vigore (architettata nel 2005 dall'allora ministro leghista per la "complicazione istituzionale" Roberto Calderoli  per impedire esplicitamente una maggioranza al centro-sinistra), è riuscita a far crollare il governo Prodi che verrà eletto con una maggioranza risicata allora e riuscirà anche ad impedire a Bersani di ottenere una maggioranza al Senato nel prossimo parlamento.
La vergogna è tutta qui. come una vergogna è stato l'atteggiamento del PD che sia all'epoca del governo Prodi ma anche durante il governo Monti ha affossato qualsiasi tentativo di riforma elettorale.
Avranno pensato i vertici del Partito Democratico che in fin dei conti avere il 55% dei deputati con appena il 30% dei voti era una gran bella cosa, alla faccia della democrazia.
L'unica controindicazione? Imbarcare anche Monti, affidandogli qualche ministero pesante - come ad esempio quello dell'Economia - per continuare quella presunta opera di risanamento dei conti pubblici che altro non è che il continuo dissanguamento della stragrande maggioranza dei cittadini per ingrassare le già grasse tasche dei loro amici banchieri, come dimostra il caso Monte Paschi.
Lo schema è questo, con l'unica controindicazione di tacere sugli accordi presi fino al giorno delle elezioni, in modo che ciascuno possa rastrellare a man bassa i voti dei loro rispettivi elettori, senza mostrare il volto dell'opportunismo che contraddistingue questa operazione politica.
Monti da una parte attacca Vendola, Vendola dall'altra attacca Monti malgrado entrambi sanno già che dovranno sopportarsi a vicenda: il sinistrato presidente della Puglia è evidentemente quello in maggior difficoltà.
Il regolamento da lui sottoscritto prevede che dovrà obbedire ciecamente al volere di Bersani (ogni provvedimento verrà votato a maggioranza nelle riunioni congiunte dei gruppi parlamentari, dove SEl conterà meno del 10% a fronte del 90% del PD).
Ormai la sua creatura politica - SEL - si dissangua ogni giorno di più e ormai viaggia intorno al 3%: per lui non resta altro che un ministero di second'ordine come Ambiente o Cultura dove potrà "esprimersi" liberamente, senza disturbare i manovratore.
Intanto però guai a dirlo in giro: Monti con Vendola? Vendola con Monti? Mai e poi Mai, continuano a ripetere ossessivamente ai propri elettori.
Dopo il 25 febbraio 2013 ne riparliamo....

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